Cerambyx cerdo Capricorno maggiore, Longicorno | Edmund Reitter (1845 – 1920)
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CODICE NATURA2000 | 1088 | CLASSE | Hexapoda | ORDINE | Coleoptera | FAMIGLIA | Cerambycidae |
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LEGISLAZIONE A TUTELA DELLA SPECIE • Direttiva Habitat all.II • Convenzione di Berna all.I • Direttiva Habitat all.IV • Legge regionale 9/2007
CARATTERISTICHE ECOLOGICHE I dati disponibili, complessivamente, indicano la specie come presente in tutto il SIC. Le segnalazioni più recenti (dal 2007) riguardano la parte più occidentale del SIC (Doberdò, Sablici e in particolare Medeazza), mentre ritrovamenti di grandi Cerambyx effettuati durante il monitoraggio in provincia di Trieste sono risultati da attribuire alla simile specie Cerambyx welensii (= velutinus). Dal punto di vista della conservazione, per Cerambyx cerdo l’importante è la salvaguardia dei querceti d’alto fusto (Museo Civico di St. Nat. di Trieste, 2009).
Questa specie è il Cerambicide di maggiori dimensioni presente in Italia ed uno dei più grandi in Europa, potendo raggiungere i 50 mm di lunghezza. È di colore bruno nero lucido, con le elitre volgenti al rossiccio verso l’apice, punteggiate e zigrinato rugose. Ha corpo allungato ma robusto; capo con antenne assai più lunghe del corpo nel maschio, lunghe circa quanto il corpo nella femmina e zampe lunghe e robuste. Si rinviene per lo più nei querceti, benché frequenti anche altri boschi di latifoglie (frassini, carpini, castagni, noci). Dopo l'accoppiamento, che avviene tra giugno e agosto, la femmina depone le uova (2-3) fra le screpolature della corteccia delle grosse querce. Le larve si nutrono del legno e scavano lunghe gallerie inizialmente negli strati corticali, ma crescendo abbandonano la corteccia per penetrare l’alburno e il libro del tronco (DP=basso); La larva ha forma leggermente conica, rigonfia nella parte anteriore, un po’ appiattita, di colore bianco sporco o gialliccio e zampe piccole, poco evidenti.
La larva, giunta a maturazione nell’autunno del 3° o 4° anno, si porta di nuovo verso gli strati corticali e prepara nella corteccia un foro ellittico che permetterà poi l’uscita dell’insetto perfetto. L’impupamento si verifica già nell’autunno, ma lo sfarfallamento dell’insetto generalmente si verifica la primavera o l’estate successiva; in regioni a clima mite l’insetto sfarfalla già nell’autunno, ma sverna entro la cella. Durante le ore crepuscolari gli adulti, che non vivono oltre la stagione estiva, si nutrono della linfa frutti e linfa degli alberi che fuoriesce dalle lesioni della corteccia. AREA DI DISTRIBUZIONE NATURALE Specie a vasta diffusione, dall’Europa centrale e meridionale, all’Africa Settentrionale, Caucaso, Asia minore, Iran. In declino od estinta in diversi paesi
dell’Europa centrale, è presente in tutta Italia. Per la regione è segnalata in numerose località della provincia di Trieste (dal livello del mare fino a 300 m) e in una sola stazione della provincia di Udine. BIBLIOGRAFIA E FONTI Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat - Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, Direzione Protezione Natura - 2004
Elaborazione di proposte di misure di conservazione e gestione per il Piano di gestione del sito SIC Carso triestino e goriziano e ZPS Aree carsiche della Venezia Giulia - Dipartimento di Biologia dell'Università di Trieste 2007
Elenco delle specie oggetto del monitoraggio e note gestionali e conservative su specie e ambienti. Museo Civico di Storia Naturale di Trieste. 2009
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