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CARSO NATURA200

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ASSE 1
AGRICOLTURA

L’agricoltura costituisce un aspetto fondamentale del piano di gestione per l’area carsica.

Il piano di gestione parte dal presupposto che le principali minacce al sito sono costituite dalla presenza e nuova realizzazione di infrastrutture (viarie, energetiche) e dall’urbanizzazione, sia a fini residenziali che industriali/artigianali/commerciali. Questo fatto, unito alla presenza di habitat tipicamente seminaturali come la landa e i prati da sfalcio, fa potenzialmente dell’agricoltura il più efficace strumento di salvaguardia del territorio.

La conservazione di alcuni tra i più peculiari habitat di interesse comunitario della zona infatti dipende dal mantenimento di attività agricole di tipo tradizionale, in particolare di tipo zootecnico.

Il pascolo brado risulta l’elemento chiave per la conservazione della landa carsica, associazione tipicamente zoogena, ossia formatasi a seguito del pascolo di ovini (in tempi più antichi) e di bovini (in tempi più recenti) su superfici disboscate. Attualmente la landa risulta infatti minacciata soprattutto dal progressivo incespugliamento che evolve spontaneamente in bosco e dalla distruzione diretta per finalità diverse (edificazioni, infrastrutture, ecc. ma anche impianto di vigneti e altre colture di pregio). Anche i prati da sfalcio sono indissolubilmente legati alla zootecnia e presentano criticità simili ai pascoli.

Posto che la conservazione di questi habitat dipende dal mantenimento delle pratiche agricole tradizionali, il piano di gestione deve tenere conto delle peculiari caratteristiche dell’agricoltura carsica e valorizzarla non solo come strumento di gestione ambientale, ma anche come volano di sviluppo socio-economico.

Il piano di gestione si propone quindi i seguenti obiettivi in relazione all’agricoltura sul Carso:

- promozione del ripristino e mantenimento del pascolo e dello sfalcio dei prati, rilancio della zootecnia (in particolar modo ovicaprina e bovina) prediligendo l’allevamento brado o semibrado; qualora i fondi previsti dal PSR non siano sufficienti, sarà necessario integrarli (es. per il ripristino dei pascoli, attualmente infatti viene finanziato solo il mantenimento)

- per la sostenibilità economica delle attività agricole è necessario prevedere una diversificazione delle produzioni aziendali e quindi prevedere la possibilità di destinare alcune nuove aree, anche all’interno del SIC/ZPS, a colture specializzate come oliveti, vigneti, orticole. Le aree per l’espansione dell’attività agricola andranno individuate preferibilmente a carico delle superfici a bosco di neoformazione, eventualmente dopo aver valutato la possibilità di ripristino della landa carsica; andranno conservate le superfici a landa e a prato. L’obiettivo è quello di conservare la superficie attuale a landa e a prato e di ampliarla progressivamente attraverso azioni di ripristino. Sono al momento ipotizzabili riduzioni di superficie per le tipologie di prato più manomesse e di minor pregio floristico, a fronte dell’attuazione di misure compensative. E’ comunque ben chiaro il punto che senza diversificazione delle produzioni aziendali e senzala vendita diretta anche attraverso forme tradizionali di commercializzazione, come ad esempio le osmize, le aziende agricole sul Carso non possono essere economicamente sostenibili.

- deve essere incentivato e sviluppato il carattere polifunzionale del settore agricolo, e il ruolo di gestione dell’ambiente e di conservazione della biodiversità deve essere riconosciuto: l’azienda agricola, quando gestisce e conserva un bene della collettività fornendo di fatto un servizio pubblico, deve essere remunerata e supportata dalla collettività stessa. Per questo esistono diversi strumenti nel PSR – anche nell’asse 3.

- promozione della valorizzazione delle produzioni aziendali, obiettivo raggiungibile attraverso la vendita diretta, le osmize, l’agriturismo, la realizzazione di un disciplinare e un marchio dell’area; promozione di un sistema consortile di commercializzazione;

- al tempo stesso vanno minimizzati gli impatti negativi che l’agricoltura può esercitare, in termini di sottrazione di habitat, di alterazione permanente dello stato dei luoghi, di impiego di prodotti fitosanitari ad elevato impatto ambientale, di disturbo alle specie faunistiche.

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NATURA 2000

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Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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