LEGISLAZIONE A TUTELA DELLA SPECIE

• Direttiva Habitat all.IV

• Legge regionale 9/2007

• Convenzione di Berna allegato II
 

CARATTERISTICHE ECOLOGICHE

Questa specie non compare nel recente Atlante degli Anfibi e dei Rettili d'Italia (2006) in quanto non viene segnalata da più di 25 anni in Friuli Venezia Giulia e sono stati sollevati alcuni dubbi sulla validità delle segnalazioni precedenti (Bruno et al., 1973) per la Val Rosandra.
E’ specie di aspetto snello e agile che raggiunge lunghezze di rado superiori ai 120 cm. Ha testa ben definita, squame lisce, occhi con pupilla rotonda. Ha colorazione giallo verdastro chiaro con 5-7 serie longitudinalidi irregolari macchiette scure soprattutto sulla prima parte del tronco. Le parti ventrali sono chiare, giallastre o biancastre. I giovani hanno un disegno caratteristico simile a quello del Biacco. I maschi presentano dimensioni maggiori rispetto alle femmine.
E’ specie diurna, eliofila, soprattutto terricola, ma anche in grado di arrampicarsi su arbusti e alberi. Vive in ambienti semi aridi con vegetazione rada costituita da arbusti o da boscaglia. E’ più frequente nelle zone di radura, o in prossimità di muretti a secco, lungo i margini di strade o di sentieri. Di norma gli accoppiamenti hanno luogo nella seconda metà di maggio. Verso la fine di giugno e gli inizi di luglio la femmina depone da 3 a 9 uova (Fertilità = bassa) in anfratti delle rocce o in buche del terreno riparate dalla vegetazione (selettività dell'habitat riproduttivo = bassa). Si nutre prevalentemente di sauri (lucertole, gechi, orbettini) e di serpenti; gli adulti si alimentano anche di animali a sangue caldo, soprattutto piccolimammiferi (topi, arvicole), ma anche di uccelli (nidiacei e uova). Viene predato da uccelli rapaci Biancone, Aquila reale, Poiana) e mammiferi, soprattutto i Mustelidi.

AREA DI DISTRIBUZIONE NATURALE

E' distribuito sulle coste e isole adriatiche-orientali, a Sud raggiunge la Grecia e
l’arcipelago delle Cicladi. Nella regione Friuli Venezia Giulia è noto di alcune località della Val Rosandra che potrebbero rappresentare il limite nord-occidentale della sua distribuzione naturale. In verità sono quasi trent’anni che non se ne ha più
notizia e tra l’altro alcune ipotesi che mettono in dubbio la correttezza delle segnalazioni note per la Val Rosandra aprono la strada alla considerazione che in realtà la specie non faccia parte della fauna italiana. Anche in Slovenia la situazione della specie non è ancora stata chiarita in maniera convincente.

BIBLIOGRAFIA E FONTI

Salvaguardia dell’erpetofauna nel territorio di Alpe Adria – AA.VV. Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna – Ufficio studi faunistici – 2007
Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat - Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, Direzione Protezione Natura - 2004
Elaborazione di proposte di misure di conservazione e gestione per il Piano di gestione del sito SIC Carso triestino e goriziano e ZPS Aree carsiche della Venezia Giulia - Dipartimento di Biologia dell'Università di Trieste 2007